Progetto Domino
La casa possibile
Nel 2004, nell’ambito della Progettazione Sociale de Centro Servizi Volontariato della Provincia di Bologna, Arc-en-ciel – capofila di un gruppo di soggetti aderenti alla Consulta permanente per la lotta all’esclusione sociale del Comune di Bologna – presenta un progetto ambizioso: La casa possibile. Nel 1999 l’Associazione ha già lavorato sul tema: si tratta di mappare il territorio, e cercare di dimensionare l’offerta (inespressa, perché appunto “sconosciuta”) di immobili dismessi. L’intento è chiaro: dimostrare che il problema abitativo – per molti versi il problema sociale – potrebbe essere risolto se solo si attivasse un processo, un effetto Domino, ripartendo non dalla domanda di alloggi, ma dall’offerta. Viene costituito un gruppo di lavoro composto da professionisti aventi le formazioni più varie: un sociologo, un architetto, un economista, un’antropologa. L’idea è, tutto sommato, piuttosto semplice: creare un modello d’intervento per chiunque voglia “mettere mano” al tema dell’ housing sociale, e svolgere un ruolo attivo di attore di politiche, inteso non solo in senso sussidiario, quanto piuttosto come propulsore del cambiamento nelle prassi di soluzione creativa dei problemi sociali. Si tratta di far emergere il patrimonio inutilizzato presente sul territorio della provincia di Bologna: un patrimonio abitativo, certo, ma anche e soprattutto di relazioni, di capitale sociale, di voglia di fare. Scegliere un caso di studio, e su quello innestare una progettazione integrata (sociale ed architettonica) vera e propria. Creare cultura. Testimoniare l’effettiva possibilità di un intervento dal basso. Innescare una reazione a catena. Abbiamo trovato un caso (una casa), e su quello – attraverso l’attivazione di un concorso di architettura destinato a giovani studenti – stiamo lavorando alla creazione di un modello. Nel suo piccolo, rivoluzionario.
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